martedì 2 settembre 2014

Il corpo: percezioni

Eccoci nel terzo appuntamento dedicato al corpo. Questa volta parlerò delle percezioni, termine che ho usato per racchiudere tutta quella serie di emozioni, volontà e sensazioni che proviamo oltre il corpo inteso come materia.

Iniziamo subito con il considerare un gesto banale, quotidiano, come ad esempio il muovere un braccio. Nulla di particolare, risolviamo tutto con impulsi elettrici, muscoli e ossa. Ma è proprio quello il problema: la banalizzazione della semplicità. Non voglio dire che è peccato non rendersi conto di camminare o muovere i muscoli, ma bisognerebbe davvero iniziare a soffermarsi, sui piccoli gesti che eseguiamo. Ad esempio, un qualsiasi gesto apparentemente privo di senso, potrebbe rendermi felice o farmi del bene, anche il solo accarezzare un fiore o stringere tra le mani una candela. E questo, va al di là della spiegazione scientifica-motoria del gesto. Per me quel gesto ha innescato una serie di pensieri ed emozioni positive (o negative) mentre per qualcun'altro potrebbe non aver sortito il minimo effetto. Stiamo quindi utilizzando il corpo come mezzo tra il mondo circostante e noi stessi. Ma per noi stessi intendo la nostra coscienza, consapevolezza, essenza. Quindi questa terza parte dedicata al corpo, è un occasione per riflettere di quanto affascinante e misterioso possa essere un semplice gesto quotidiano. Chi è che stà davvero eseguendo quel gesto? Chi è che stà pensando dentro di noi o elaborando le immagini che vediamo attraverso i nostri occhi? Il nostro corpo esegue principalmente degli ordini, dati dal cervello sotto forma di impulsi elettrici. Ma il nostro cervello non ha vita propria, e "noi" siamo la sua caratteristica che lo rende differente da individuo a individuo. 

Il corpo umano è il nostro ponte verso l'esterno che ci permette di vivere e fare esperienze, di percepire. 
Poi spetta a noi trasformare quelle percezioni e decidere se assorbirle in maniera positiva.




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